15. Maccarone m'hai provocato? E io ti mangio - di Silvia Tizzoni

15. Maccarone m'hai provocato? E io ti mangio - di Silvia Tizzoni

Eccoci, ci siamo. Il Natale ed uno dei suoi grandi, grandissimi classici: le maratone culinarie per preparare un buon cibo (grasso!) da ghiottoni e poi infilare le gambe sotto al tavolo e mangiare, mangiare, mangiare.

 

E un tempo ce la si cavava anche facile: la nonna piazzava centro della tavola la zuppierona con gli anolini in brodo di terza o la teglia con la lasagna al ragù con la besciamella, le polpette fatte col lesso (che se eri fortunato ci finiva dentro anche una patata e una sottiletta, così, per dire) e il pane al centro della tavola. Bianco, mica integrale o al farro. E poi l’arrosto e le crocchette al forno e l’insalata coi pomodori, ma senza l’avocado. 

 

E invece.

E invece oggi i millenial, quelli che hanno tra i trenta e quarant’anni (o anche poco più), quelli cresciuti con i sofficini, i tegolini e le girelle, per capirci, sono diventati perlopiù una generazione salutista. Consapevoli, politicizzati nelle scelte ambientaliste, della sostenibilità, del cibo, del Km zero, dei produttori di vendita. Dei vostri dieci commensali riuniti a tavola per le Santissime Feste, scommetto ne troverete almeno uno che condisce solo con limone, curcuma e zenzero o che usa le spezie o i semi, ma non il sale, che ha un’intolleranza, che è vegetariano o vegano. 

 

Una generazione precaria, quella dei giovani adulti di oggi: professionalmente, socialmente, emotivamente. Eppure, o forse proprio per quello, perlomeno sul cibo - e quindi sul corpo - che cerca di esercitare tutto il controllo possibile. 

Non ne farei una questione prettamente estetica, non solo almeno, ma proprio un esercizio di potere. 

Un tema delicatissimo, da trattare con tutta la cura possibile: perché qui non mi rivolgo certo a chi soffre di un disturbo alimentare e ci sta combattendo con sofferenza. 

 

Mi limiterò quindi a dire che, finché si parla di alimentazione attenta, selettiva, equilibrata… il tema si riempie anche di mille (buoni) significati. Io vi esorto solo a mollare, se potete, tutti gli ismi… quelle sorveglianze che a volte sembrano collocarsi al limite del maniacale: sempre, ma soprattutto in questi giorni in cui la convivialità dovrebbe essere un piacere. Una specie di felicità da prendere a morsi. Di panettone.