21. Un pomeriggio morbido, di Slvia Tizzoni

Il lungo periodo di permanenza a casa - e, diciamolo, anche un po’ il cambio dell’armadio che ci zavorra da sempre - ci ha fatto finalmente decidere di alleggerire inutili passaggi di stagione (che ogni volta ci sembrava di avere tanto, troppo…!): si è dato l’addio a vestiti dimenticati e spostati su e giù, scarpe, magliette, magliettine, maglioni.

Togliere e semplificare, dai che la Marie Kondo ormai ci ha insegnato bene. E con questo non sarò certo io, che mi consolo molto volentieri con una cachemiretta a righe, a suggerirvi il non-consumo! Solo, riflettevo, che si possa fare più… pacatamente, ecco. Pochi, ma buoni pezzi. Per qualità, tessuto, filato.

E se da quasi due anni a questa parte ci siamo rifugiati un po’ tutti nell’acquisto online, perché quasi non si poteva fare altro… in questo Natale il mio consiglio è quello di riprendersi in mano un pomeriggio morbido, senza meta, anche solo per il piacere di passeggiare: provare, pensare… magari proprio a quel regalo per quella persona. Che sia durevole: una cosa bella, benfatta, soprattutto scelta con cura. E che sia nel mondo reale (certo: mascherate, spesso con gli occhiali appannati che non ci si vede una biella, ben distanziate e con tutte le precauzioni...), ma che sia “toccata’”, che sia “vissuta”, cercando anche il confronto (… o il conforto?!) della scelta con un’amica o con una commessa brava come la nostra Jenny!

21. Un pomeriggio morbido, di Slvia Tizzoni