5 Aprile 2023: ti sblocco un ricordo con Silvia Tizzoni

Silvia c'era da sempre, quando era chiaro quale sarebbe stata la mia strada ma nessuno ancora lo sapeva.

Ecco i suoi ricordi...

Io me la ricordo. Mi ricordo ‘sta rompipalle che a scuola, mentre io, buona e ligia, stavo ripassando filosofia nel mio banchetto prima dell’interrogazione sul malloppone di Kant, mi diceva che quella mattina ‘non ero abbinata giusta’. Madonna che nervoso. Che poi lei mica era la signorina bon-ton-chic che vedete oggi eh, non v’ingannate! Un’anima dark, direi ribelle: camicia aperta a quadrettoni bianchi e neri e jeans larghi, lunghi, scuciti e pieni di tagli. E una ciocca di capelli a coprire lo sguardo, un po’ misteriosa. Già.

Eppure aveva l'occhio lungo e quando vedeva che le cose infilate al volo non c’azzeccavano molto, tra il mio the bevuto bollente e i denti da lavare in fretta per non perdere il pullman (avevo un gran sonno la mattina io, prima di andare a scuola!) mi sgridava. 
Ecco, avrei dovuto riconoscerlo fin da allora che sotto alla rompipalle c’era in realtà una donna piena d’intuizione e di creatività, con un gran buon gusto e lo sguardo lungo lungo… sulla moda.
 
Quella che la sera prima di inaugurare il suo primo negozio in Via XX Settembre, nel lontano 2003 mi aveva chiamato agitata: ‘io non so se domani ce la faccio, mi tremerà la voce per l’emozione… farò una figuraccia!’
 
Bene, la ex tipetta dark delle possibili ‘figuracce’ oggi è qui a festeggiare un compleanno importante: vent’anni de La vie en rose. 
 
È la stessa che riesce a chiamare con mille sfumature di colore una maglia che per me è marrone, al limite vira sul beige. Con lei ho imparato che esistono il tortora, il nocciola, il caramello, la terra bruciata, il cioccolato (e sono sicura che quando li leggerà ne vorrà aggiungere almeno altri 10, ma si tratterrà per pudore!)
 
È quella che ha saputo creare una professione ricca di interessi, di eventi, di relazioni belle, umane, calde. 
 
È quella che ha fatto di un negozio un punto di riferimento, un luogo di ritrovo.
 
È quella che ha dato un volto e un nome a tutte le sue clienti. 
 
È quella che ha messo un’anima persino ai manichini in vetrina, che a volte confesso che quasi quasi mi viene da scambiarci due chiacchiere.
 
Ecco, alla luce di tutto questo oggi posso ufficialmente perdonare quella rompipalle che anziché farmi ripassare tranquilla mi squadrava da capo a piedi e mi diceva che cosa avevo di storto in quelle lunghissime mattine dei nostri mitici anni ‘90.
Tiè, rompipalle, io-ti-perdono!!!
♥️
Silvia